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Lui & Lei

Roberto e la "signora"


di MissSerena
02.09.2024    |    7.835    |    6 9.9
"A dare ancor di più un tocco di perversione c'era una collana di perle che faceva un giro intorno al collo e l'altro più in basso, quasi ad infilarsi..."
"Roberto lo so che è tardi, ma questa è da ieri che rompe e non possiamo rimandarla a domani. Tanto sarà il solito problema di sintonizzazione che risolvi in cinque minuti, te lo segni come straordinario e siamo tutti contenti."
Quando c'è da fare qualche lavoro fuori orario, il mio capo fa sempre chiamare sua figlia Carolina, che è il ritratto della gentilezza, con quella sua vocina da ragazzina alla quale è impossibile dire di no.
"Va bene ma solo perché è in zona, e di a quel tirchio di tuo padre che questo è straordinario, altrimenti faccio inversione a U e qui ci viene lui."
"Roberto sei un angelo, ti mando l'indirizzo con un SMS e tranquillo che il vecchio paga."
Nel giro di qualche secondo mi comparve Via dei platani numero nove, così tirai dritto sino a quella nuova zona residenziale, che tutti dicevano sia molto chic, ma che a me pareva la solita fila di villette tutte uguali dai prezzi inaccessibili.
La mia destinazione differiva dalle case vicine solo per il colore più chiaro, e dei cespugli di rose messi fin troppo in ordine, tanto da sembrare finti.
Presi la borsa degli attrezzi sperando che si trattasse di qualche problema facilmente risolvibile, dato che era tardi e volevo tornare a casa, anche se non avevo nessuno che m'aspettasse o particolari programmi per la serata.
Suonai un paio di volte prima che una donna mi venisse ad aprire, e subito fui colpito da quella femmina così provocante nonostante non fosse giovane, anzi a occhio doveva avere almeno cinquant'anni anche se faceva di tutto per non dimostrarli.
Il seno era fin troppo chiaramente rifatto, ma non per questo era come minimo una quarta di tutto rispetto, messo ancor più in risalto da tanti bottoni della camicetta azzurra lasciati lontano dalla loro asola. A dare ancor di più un tocco di perversione c'era una collana di perle che faceva un giro intorno al collo e l'altro più in basso, quasi ad infilarsi nell'incavo del seno.
Alzai lo sguardo per vederle il viso, che era sì segnato dagli anni anche se il trucco ne copriva parecchi, contornato da lunghi capelli biondo chiaro, che le cadevano sulle spalle.
La 'signora' indossava poi un tailleur bianco tanto corto da far intravvedere il bordo delle autoreggenti dello stesso colore, quasi ci fosse bisogno di quell'ultimo dettaglio per renderla ancor di più una vera bomba sexy.
“Ma guarda un po' questo troione" pensai mentre mi presentavo come Roberto della D.L.T. chiedendo poi se fosse la signora Barlacci.
"Teresa Barlacci per la precisione." mi rispose quasi seccata che non sapessi il suo nome "Mi segua che le mostro dov'è il decoder che non funziona."
Più che seguire lei andai dietro a quel culo che mi ondeggiava davanti agli occhi, per ritrovarmi nella sua camera, dove davanti al letto c'era un televisore di almeno sessanta pollici, con sotto un bell'impianto stereo.
"Le serve molto tempo ?" mi domanda neanche fossi un mago in grado di risolvere un problema solo guardando l'impianto.
"Normalmente no, di solito è un problema di risintonizzazione che si ripara in dieci minuti." le rispondo più guardando il bordo delle calze che s'intravede da sotto la gonna che altro.
Mentre sistemo la sintonia dei canali non le stacco mai gli occhi di dosso, mentre lei gioca con non poca malizia con la collana, ma soprattutto con la camicetta e la gonna, facendo in modo di mostrarmi il più possibile, senza però esagerare più di tanto.
Quando ho finito faccio ripartire il decoder, e quello come da prassi torna sull'ultimo canale visto, che nel caso della bella signora Barlacci è uno di quelli porno.
Non appena compare sullo schermo una biondina alle prese con la grossa mazza di un uomo di colore, lei diventa subito rossa, ma a quel punto sono io passare all'attacco, certo d'avere la situazione in pugno.
"Non mi dica che una bella donna come lei ha bisogno di un film del genere per ricordarsi come si fa ?" le chiedo avvicinandomi sempre di più "O ancor peggio che li veda perché costretta a fare poi da sola."
Lei non fa un passo indietro, anzi apre completamente la giacca, per poi far uscire dalle asole due bottoni della camicetta, mentre s'appoggia sensualissima al comò.
"E' che mi sento così sola." mi dice passandosi un dito lungo le labbra "Mio marito è sempre fuori, e non capisce che ho ancora delle esigenze, lei mi comprende Roberto, non è vero ?"
Finisce di parlare solo perché le chiudo la bocca con la mia, mentre una mano s'infila dentro la sua camicetta alla ricerca di un seno che so essere duro.
"Stia tranquilla che adesso ci sono qui io che le do una bella controllata a tutto l'impianto." le dico prima di scendere con la bocca su quelle tette che mi stanno facendo impazzire "Però mi lasci fare e ricordi che sono un professionista."
Inizio a spogliarla, e dove passano le mani subito dopo corre la bocca a baciare la pelle appena scoperta, e se sul collo e le spalle è molto eccitante, dopo che le sfilo il reggiseno è un vero piacere lanciarsi anche solo sui capezzoli che sono già irti come chiodi. Quando le tiro su la gonna, lei apre le gambe quasi non aspettasse altro che sentire la mia mano dentro le sue mutandine, cosa che faccio senza pensarci su due volte, trovandole la passera che è già un mezzo lago.
Le infilo due dita dentro con un po' di rabbia, per punirla di quell'aria snob che aveva appena sono entrato, ma poi mi basta vederla godere per tornare ad essere sì un maschio, ma non un animale.
Chi invece non si pone limiti è proprio Teresa, che oramai mezza nuda s'accuccia fra le mie gambe per tirarmi fuori la mazza, che non appena vede l'aria finisce nella sua bocca. Da vera donna perversa non si limita a giocarci con labbra e lingua, che già sarebbe un bel trattamento, ma si struscia la nerchia fra le tette e sul viso, facendo sì che il mio livello d'eccitazione raggiunga il suo massimo. A quel punto la prendo quasi di forza per spingerla contro il tavolo, facendo sì che si pieghi per offrirsi a me, che dopo averle spostato quel tanto che basta le mutandine per scoprirle il sesso, la penetro con tutta la mia forza.
Teresa urla e so che è solo per piacere, del resto non ha certo la passera stretta di una ragazzina, ma soprattutto non fa nulla per togliersi da dov’è, anzi dopo un po’ inizia a gemere perdendo così ogni aria da signora per bene.
Mi fermo un attimo solo per guardarla meglio, e quel che vedo è il ritratto della perversione fatta a donna matura, con le sole autoreggenti e la collana di perle che si muove a ogni mio affondo.
“Vede signora bisogna assicurarsi che il cavo entri bene nella presa.” le dico quasi per prenderla in giro “Ma le ripeto di stare tranquilla perché conosco bene il mio lavoro.”
“Forse sarà meglio controllare tutto, ma sul letto.” mi risponde mentre mi spinge via, ma solo per indicarmi il centro del talamo.
Non faccio quasi in tempo a sdraiarmi, che lei mi è già sopra, e ancor prima che riesca a dire qualcosa, la mia mazza è già dentro la sua passera. Teresa è più calda di un termosifone acceso, e mi trascina con sé avvinghiandosi peggio d’un rampicante, mentre mi fa girare neanche fosse una gara a chi sta più volte sopra o sotto. Quel cambiare continuamente posizione fa sì che non riesca a venire, il che di fatto rende lunghissimo quel rapporto, che sembra non dover finire mai.
Quando però la vedo sdraiata sulla pancia non resisto ad alzarle il sedere e prenderla così da dietro, questa volta da vero animale.
“Ma quant’è che tuo marito non ti scopa per lasciarti con così tanta voglia di cazzo.” le dico mentre il mio pene affonda in lei senza sosta.
“Non è solo quello, ma anche che non ha un gran cazzo, mentre il tuo mi fa impazzire.” mi risponde quasi per scusarsi delle corna che sta mettendo al consorte.
Il suo culo un po’ floscio che ondeggia a ogni mia bordata non sarà quello più bello del mondo, ma in quel momento è una fonte unica di piacere, così senza pensarci troppo mi bagno il pollice che poi le infilo nel buchetto.
“Credo sia meglio controllare anche questo canale, che ne dice signora ?”
“Mi affido a lei che ne sa più di me.” mi risponde quasi ridendo.
Sostituire il dito col pene è un attimo, e subito dopo i suoi gemiti diventano quasi urla, ma non certo di dolore, anzi. Sento quasi premere sulla mazza le dita che s’è infilata nella passera, quasi non le bastasse il piacere che le sto dando io, ma del resto quella donna è come il vaso di Pandora a cui è stato aperto il coperchio.
La sento dire frasi senza senso mentre entrambi viaggiamo appaiati verso l’orgasmo, in un crescendo di affondi e urla, finché non sento che sono arrivato al capolinea. Muovendomi il più in fretta possibile, mi metto davanti a lei, che mi prende subito il pene in bocca per succhiarlo sino a quando non le svuoto le palle in gola. Mi butto di schiena sul letto esausto, ma non ho considerato la fame di sesso di Teresa, che mi dà giusto il tempo di riprendermi, prima d’accucciarsi fra le mie gambe per leccarmi le palle.
“Guarda che se me lo fai tornare duro dopo ti scopo di nuovo.” le dico ben sapendo le sue intenzioni.
“Allora vedrò di fare in fretta.” mi risponde prima di far sparire la mia nerchia fra le sue labbra.
Non mi ci vuole molto per avere nuovamente un’erezione, e ancor meno a Teresa per salirmi sopra e riprendere la sua danza perversa. Questa volta però smaltito il primo bollore ce la prendiamo entrambi con più calma, muovendoci il meno possibile pur senza smettere mai di scopare, quasi si volesse prolungare all’infinito quei momenti. Ci baciamo in continuazione, mentre le mani sono sempre alla ricerca di qualche parte del corpo dell’altro, e il sudore avvolge entrambi.
Le vengo dentro mentre lei è sopra, per poi vederla sdraiarsi sul mio corpo oramai senza forze.
“Cavolo sono quasi le sette !” urla Teresa mentre mi siedo sul letto.
“E cosa succede torna tuo marito ?” le chiedo scherzando.
“No lui torna domani, solo fra un po’ ho una riunione con altre mogli, detta fra noi una rottura, ma non posso mancare, quindi rivestiti che devo fare una doccia prima d’uscire.”
Mi rimetto i miei panni, ma prima d’uscire le do un ultimo lungo bacio in bocca, e il mio bigliettino da visita.
“Quando vuoi una controllata all’impianto chiama direttamente me, così non paghi l’intervento a quello stronzo del mio capo.”
Per chi lo volesse sapere l’impianto della famiglia Barlacci è in perfette condizioni.
Anche perché viene controllato tutte le settimane,
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